Porta Castello

Le Reali Miniere di San Donato Val di Comino sono un luogo d’importanza storica, industriale e geologica situato sulle montagne circostanti il paese di San Donato.

INDIRIZZO

Via Castello, San Donato Val di Comino (FR)

DIFFICOLTA'

Media

DISTANZA

2.1 km

Queste miniere furono create su ordine di re Ferdinando II di Borbone dopo i moti del 1848. I turisti possono raggiungere le miniere seguendo un sentiero che parte dal paese, attraversa il torrente Forca d’Acero, sale verso il bivio di Cunnola e Pezzullo, continua attraverso la salita dei Monacelli e il Bosco dell’Impero, fino a raggiungere la Galleria San Ferdinando a 1080 metri di altitudine.

Il sentiero segue il percorso che i minatori, le donne addette al trasporto e gli artiglieri hanno seguito durante il lavoro di estrazione. Re Ferdinando II aveva l’obiettivo di potenziare la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica per supportare l’economia del Regno delle Due Sicilie e le sue forze armate, e per questo effettuò notevoli investimenti nell’industria metallurgica, dando vita ai distretti minerari in Calabria e Terra di Lavoro.

Nella primavera del 1853, re Ferdinando II inviò una commissione da Napoli per sviluppare l’industria metallurgica in Val di Comino. La commissione comprendeva ingegneri, ufficiali, un distaccamento di zappatori-minatori e soprattutto il famoso geologo Gaetano Tenore, professore di mineralogia e autore di lavori di vulcanologia e di studi sui giacimenti minerari. Tenore esplorò la zona e identificò le prospettive migliori, come Monte Cunnola (oggi Monte Calvario) e Monte Omo (Campoli), che presentavano affioramenti di limonite e bauxite.

I lavori di estrazione iniziarono subito, con la creazione di cinque gallerie (San Ferdinando, Santa Teresa, San Francesco, Sant’Agostino e Castelluccio), due pozzi, uno scavo a cielo aperto e un deposito di materiale roccioso. L’estrazione del metallo ferroso avveniva realizzando piccole cavità profonde al massimo un centinaio di metri, e il materiale estratto veniva trasportato ad Atina, dove venne costruito un altoforno. Le estrazioni e la fusione del metallo continuarono per sette anni, interrompendosi alla fine del Regno delle Due Sicilie nel 1860. Oggi, le cavità delle miniere ospitano colonie di pipistrelli “Ferro di cavallo minore”.