Castello di Fumone

Il Castello di Fumone è un gioiello storico situato su un’altura di 800 metri, che offre uno sguardo privilegiato sulla valle del Sacco e sulla maestosa Via Latina, l’antica strada che collegava Roma e Napoli.

INDIRIZZO

Via Umberto 1°, 27, Fumone (FR)

RAGGIUNGIBILITA'

In Auto

DISTANZA

61 km

Il nome stesso, Fumone, evoca le sue radici nella pratica millenaria di comunicazione attraverso segnali di fumo, utilizzati per annunciare le imminenti invasioni nemiche provenienti dal sud e dirette a Roma.

Le sue origini risalgono agli Ernici, antica popolazione della Ciociaria, e il castello ha giocato un ruolo cruciale nelle guerre del Sannio e durante l’invasione di Annibale. Ma è durante le guerre civili tra Mario e Silla, e poi tra Cesare e Pompeo, che la sua importanza strategica è giunta all’apice. Il Castello di Fumone è stato un punto di osservazione cruciale per i generali, consentendo loro di comunicare con le legioni da distanze considerevoli.

Nel periodo dell’Impero Romano, Fumone serviva come pacifica vedetta, inviando segnali di fumo di interesse collettivo. Tuttavia, con l’inizio delle invasioni barbariche nel 455, il castello ritornò al suo ruolo di avvertimento di future devastazioni, mantenendo la sua importanza attraverso i secoli.

Nel X secolo, il castello fu donato alla Santa Sede da Ottone I di Sassonia, dimostrando la sua fama e solidità. Inespugnabile, la Rocca di Fumone fu utilizzata dai Papi per oltre 500 anni come avamposto verso il sud e prigione per prigionieri politici.

Durante il medioevo, il castello divenne parte integrante della Chiesa, e la sua gestione venne affidata a potenti famiglie romane. La figura dell’enfiteuta, o “Custode,” era spesso un influente politico romano, incaricato di difendere la fortezza e di gestire le sue funzioni, tra cui la segnalazione di fumo e la custodia dei prigionieri politici.

Nel 1295, il Castello di Fumone diventò tristemente famoso per aver imprigionato Papa Celestino V, che vi morì dopo dieci mesi di prigionia. Il suo caso segnò un punto di svolta nella storia del castello, che divenne anche un luogo spiritualmente importante. Nel 1584, Papa Sisto V decise di conservare il castello come memoria storica, affidandolo alla famiglia aristocratica dei marchesi Longhi.

I Longhi trasformarono il castello in una residenza di campagna e, nel 1990, i marchesi Fabio e Stefano lo aprirono al pubblico, mantenendo viva la tradizione celestiniana della famiglia. Oggi, esplorare il Castello di Fumone significa immergersi in secoli di storia, tra antiche mura, giardini pensili e una cappella che conserva le tradizioni di una delle famiglie più legate alla storia di questo affascinante luogo.